![]() Nelle Arti Marziali il perfezionamento e il miglioramento nell’esecuzione delle tecniche non avviene dall’oggi al domani, per diventare bravi sono necessari molti anni di pratica e dedizione; la ragione dell’alta percentuale di allievi che abbandonano la pratica durante i primi periodi di allenamento è proprio a causa di questa disillusione. Sta all’insegnante spiegare che per acquisire determinate abilità occorre del tempo ma occorre anche saper guidare l’allievo al raggiungimento di obbiettivi realmente alla sua portata, così da soddisfare, anche se parzialmente, alcune richieste primarie di coloro che con sacrificio si dedicano alla pratica così da incoraggiarli a proseguire. Vanno assolutamente evitati atteggiamenti che alla lunga causano frustrazione e insoddisfazione in chi pratica correttamente, così come vanno immediatamente corretti difetti nell’atteggiamento di coloro che praticano in maniera discontinua o svogliata. Se si vogliono ottenere dei risultati dalla pratica occorre tenere presente in principio naturale dell’adattamento, attraverso questo processo si ottengono le modificazioni neuromuscolari, muscolari e psicologiche che provocano la “crescita” dell’allievo e gli danno la percezione dei suoi miglioramenti. Gli elementi che comunque rendoro ragione dei progressi di un praticante restano comunque sempre gli stessi dagli albori delle arti marziali e sono la dedizione e lo spirito di sacrificio individuali. In un primo momento l’apprendimento risulta relativamente semplice, in quanto consiste nello sviluppo e nel consolidarsi di abilità motorie, successivamente avviene un salto di qualità nell’allenamento in quanto si passa ad una profonda comprensione sulla funzione e sul significato dell’allenamento; a questo punto occorre porre maggior enfasi sul significato degli aspetti filosofici, sul miglioramento globale dell’individuo che impara a conoscersi sempre di più attraverso la pratica, sul cambiamento totale del proprio stile di vita in relazione a quanto ha apreso. Nel Systema il processo di apprendimento avviene attraverso l’adattamento ai princìpi fondamentali e allo studio della metodica di allenamento, che è fin troppo specifica sin dalle prime lezioni, infatti gli studenti iniziano subito a misurarsi dal punto di vista fisico ed emotivo attraverso il contatto con altre persone, con il suolo, con sensazioni del proprio corpo che non erano abituati a sentire. La misurazione delle proprie abilità avviene immediatamente perché si viene messi subito di fronte ai propri limiti, e il perfezionamento delle abilità avviene quando lo studente li accetta e si applica per superarli attivando così i meccanismi dell’adattamento. Non esistono gradi o cinture che possano testimoniare un’abilità, certo è che chi pratica un’arte marziale come il systema deve esprimere un alto livello di coordinazione per poter gestire movimenti su più piani e con un elevato senso del ritmo e dello spazio, quindi gli ingredienti per poter raggiungere una abilità consolidata sono inseriti sapientemente nella preparazione fisica, nella esecuzione tecnica e nella capacità di comprensione del significato di quello che si impara.
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![]() Quando ho iniziato a praticare Systema non avevo la minima idea di cosa fosse: praticamente l'ho iniziato a praticare per caso. Ciò che mi ha sorpreso e che continua a sorprendermi tutt'ora è l'incredibile forza che si riesce ad imprimere stando apparentemente fermi e rilassati attraverso movimenti semplici (comodità), brevi e ben coordinati . Ma cosa si intende per forza? La forza, assieme alla velocità e alla resistenza, rientra in quelle che sono definite capacità condizionali, ovvero quelle capacità che afferiscono maggiormente alla sfera fisica del corpo. Essa (oltre alla sue varie sotto-classificazioni)è definita come quella capacità di superare una resistenza esterna per mezzo della contrazione muscolare. Ma sulla base di questa definizione, all'interno del contesto di osservazione, si pone un'altra domanda: è necessario superare qualcosa o qualcuno? O meglio far passare, cedere?. Questa può sembrare la solita domanda che implica il fatto di usare la forza dell'avversario. Ma tante volte si pensa al Systema o all'arte marziale in genere come ad una pura forma di autodifesa o di combattimento e questo determina un atteggiamento di chiusura che porta a reagire con la forza muscolare e non ad agire percependo lo spazio circostante. La forza può esprimersi allora ai massimi livelli se si consegue innanzitutto un corretto allineamento posturale e un rilassamento di base. Già questi due fattori, assieme alla coordinazione generale e segmentaria, alla percezione spazio-temporale, all'equilibrio, alla respirazione psicomotoria (con presa di coscienza)e alla lateralità fanno da base alle capacità coordinative. Che cosa sono allora le capacità coordinative? Esse dipendono dalla funzione dei processi che organizzano , controllano e regolano il movimento, si tratta cioè di un sistema intimamente correlato con le strutture neurologiche che dipendono dal funzionamento del sistema nervoso centrale (S.N.C.). Si distinguono in generali (capacità di apprendimento motorio, capacità di controllo motorio, capacità di adattamento e trasformazione dei movimenti) e speciali(accoppiamento e combinazione dei movimenti, capacità di differenziazione, di equilibrio, di orientamento spazio-temporale, di reazione, di ritmizzazione, di adattamento e trasformazione). Vi potrete chiedere perché tutto questo? Il punto è che se vogliamo davvero stare bene non possiamo vedere la vita come ad una “giungla” nella quale domina il più forte, ma ad una “giungla” nella quale vive il più adattabile e questa adattabilità presuppone la capacità di dominare se stessi, di vincere se stessi. Tutto questo vuol dire che ciò che deve realmente lavorare è il nostro cervello e non i nostri muscoli. Una zanzara sembra forse forte? Eppure vive su questo pianeta dall'era dei dinosauri. Questo non toglie niente alle capacità condizionali, necessarie ma subordinate a quelle coordinative alle quali andrebbe dato ampio spazio a maggior ragione nell'età evolutiva. É un lavoro lungo che richiede costanza, ma dal quale si può cominciare a percepire la forza che coincide con la massima stabilità del “sistema”. Come si è soliti dire la forza è niente senza controllo. Corsi Francesco |
AutoreMario Picconi, ha realizzato l'area blog sul systema Archivio
Marzo 2020
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