di Mario Picconi La difesa personale è un contesto specifico delle arti marziali, rientra in una tipologia di addestramento molto particolare che, secondo noi, deve far parte dell'esperienza di un praticante di arti marziali. Come sappiamo praticare una disciplina marziale in forma di "arte", non necessariamente comprende la difesa personale, intesa come la capacità di proteggersi in situazioni di pericolo, reale o apparente, nel systema questa dualità non è prevista, l'addestramento marziale e quello della difesa personale sono intrinsecamente legate fra loro, e questo costituisce una particolarità dello studio. Anche esercizi apparentemente insignificanti dal punto di vista "difensivo", sono in realtà un sistema di preparazione biologico, mentale, coordinativo, psicologico, cognitivo e ralazionale. Spesso chi pratica arti marziali, anche da molti anni, perde tempo dietro presupposti calcificati e credenze cinematografiche, e si riempie la bocca di teorie vuote, sull'efficacia presunta di certi schemi di comportamento, o ancor peggio sul pensare solo alle tecniche, e su quali possano essere quelle più "reali", ma cosa significa reale? Reale è il contesto in cui si svolge una certa situazione, non certo la forza o la velocità con cui ci si allena in palestra. Pertanto nel systema abbiamo metodiche di allenamento a varie velocità e in condizioni anche apparentemente paradossali, basandoci sul costruire circostanze di azione consapevoli alla situazione in cui si può trovare, ad agire di conseguenza. La pericolosità di una rissa o di una colluttazione è estremamente maggiore di quello che ci si potrebbe immaginare, "nessuno esce vittorioso da una rissa" (cit. Bruce Lee). Nella vita quotidiana l'ego può essere il nemico più insidioso, che ci può portare ad accettare situazioni di provocazione esponendoci a pericoli imprevisti. Spesso la presunta preparazione in discipline di combattimento a sfondo militare colpisce la fantasia nel neofita, che pensa "se lo fanno i militari allora è efficace"!!! Madornale errore! Primo perchè non sei un militare in situazione di combattimento, secondo perchè rischi di avere delle false sicurezze che crollano miseramente quando ti trovi ad affrontare la paura e il dolore. Nella difesa personale la preparazione mentale è una cosa molto importante e aiuta a comprendere la situazione per evitare di essere indotti in errori di valutazione e magari cadere in qualche smaliziato tranello, congegnato, non da un killer a pagamento, ma da chi non ha scrupoli o niente da perdere e non ti fa capire cosa sta per succedere. La questione difesa personale non è di tipo "tecnico", non esistono "mosse" migliori o peggiori di altre, la difesa è innanzitutto una predisposizione mentale che permette di attingere a risorse per poter reagire in maniera adeguata, spesso anche la strategia di scappare o starne fuori (che è sacrosanta), è una opzione che non possiamo o non abbiamo il tempo di utilizzare. Nell'immaginario collettivo prepararsi a qualcosa di "reale", vuol dire fare sparring, o non essere collaborativi in allenamento, o avere l'istruttore modello sergente di Full Metal Jacket, ma non è così! La distinzione fra cos'è reale o cosa non lo è riguarda il modo con cui percepiamo le cose, difatti la persona "normale", di fronte ad una situazione "brutale", resta paralizzata perchè il suo cervello rifiuta di accettare che quella situazione stia veramente accadendo, ecco che allora anni di palestra, cinture e diplomi non servono a nulla; nel systema abbiamo ben presente lo spreco del tempo che si fa studiando cose inutili, fatte solo per dare gradi e prendere i soldi alle persone, per questo siamo poco popolari, perchè la persona comune ha spesso bisogno di certezze di carta. Citando Myamoto Musashi "l'atteggiamnto in battaglia dovrebbe essere quello della vita di tutti i giorni", non vuol dire essere sempre preparati a combattere, ma riguarda la nostra realtà quotidiana, il modo che abbiamo di reagire alle cose di tutti i giorni, riguarda la capacità di uscire da schemi di reazione stereotipati (il famoso criceto che corre nella ruota), questa capacità può e deve essere allenata nella difesa personale, che può pertanto diventare un'atteggiamento quotidiano. Se una persona che studia difesa personale è addestrata a reagire violentemente senza pensare, e magari è anche molto brava in palestra, prenderà quell'automatismo come assoluto, magari senza aver acquisito una condizione di controllo emotivo, rischiando di far degenerare una situazione che poteva anche non esprimersi violentemente. Preparare la struttura emotiva della persona è fondamentale per poterla rendere consapevole e adattabile a circostanze impreviste. Reagire automaticamente (senza pensare) è considerato una qualità positiva nei comuni corsi di difesa personale, ma questo è in realtà un limite schematico molto grande e pericoloso; spesso consideriamo "fermarsi a pensare", come un'attività lenta, ma il pensiero non è fermo, a meno che non ci abituiamo a crederlo e quindi a farlo; pensare nel modo giusto è una qualità che è frutto di un corretto addestramento, ecco che il pensiero diventa velocità, e che l'automatismo diventa lentezza e rigidità; la mente è l'arma più formidabile che possiamo usare. Quindi in situazioni di emergenza possiamo acquisire l'attitudine ad agire nel modo adeguato valutando tante opzioni, perchè l'aggressione che richiede una risposta, può essere di tanti tipi, non solo fisica o verbale, ma soprattutto psicologica. I nostri esercizi sono finalizzati alla preparazione del corpo e della mente per acquisire gradi maggiori di consapevolezza ed adattabilità.